Sempre più spesso le imprese scelgono di dotarsi di una struttura interna votata alla formazione dei dipendenti. Per garantirsi la massima customizzazione e, a sorpresa, costi più contenuti.
Tra le ultime, in ordine di tempo, a dotarsi di una propria academy aziendale è stata Prysmian. Ma sono veramente tante le imprese che, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno intrapreso la stessa strada, abbandonando i consulenti esterni o, quanto meno, ridimensionandone il ruolo. Ma non stavamo vivendo tempi di spending review? Esatto. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, oltre a offrire l’indiscutibile vantaggio di una massima personalizzazione di programmi e contenuti dei corsi, per le grandi aziende dotarsi di una struttura interna significa anche avere l’opportunità di sfruttare economie di scala e garantirsi alta qualità a costi più contenuti. Certo, si tratta sempre di investimenti a diversi zeri, ma il più delle volte lezioni e workshop si rivelano, per le multinazionali, anche ottimi strumenti di team building. Sono soldi ben spesi dunque, raccontano a Business People i responsabili di questi progetti per Eni, Enel, Bosch ed Elica, oltre a Prysmian (ma le aziende che stanno sperimentando qualcosa di simile sono davvero molte, da Nestlé a Seat, dal gruppo Zurichalla multinazionale inglese Chloride). E può accadere che, oltre ai dipendenti, la corporate university apra le porte anche ai principali clienti o, addirittura, alle risorse umane di altre imprese.
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