A TUTTI GLI ASSOCIATI CDTI

Il GdL “Università” per un nuovo “Rinascimento Italiano”

 

Lo scorso 9 marzo 2015 è stato formalmente costituito il Gruppo di lavoro (GdL) “Università”, che – prendendo le mosse da una serie di iniziative e protocolli promossi recentemente dal CDTI con varie Università – intende ampliare, rafforzare e dare forma strutturata a tale tipo di collaborazioni. Uno dei principali obiettivi è quello di promuovere, attraverso la nostra Associazione, occasioni progettuali di alto livello, favorendo l’incontro della domanda di sviluppo tecnologico in ambito ICT con l’offerta di competenze specialistiche che la formazione universitaria rende – o dovrebbe rendere – disponibili.

E’ stato avviato un confronto molto fertile che ha generato una grande quantità di riflessioni, suscitando numerosi stimoli e proposte, individuando la necessità di un approfondimento strategico e chiara visione specifica su ruoli, funzioni e aspettative dei soggetti implicati nella relazione tra Aziende ICT e Università — relazione fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Lo sviluppo economico nella società della conoscenza (economia digitale) passa infatti per una efficace collaborazione istituzionale tra Formazione, Ricerca, Innovazione ed Impresa, in linea con le priorità europee di sviluppo economico e occupazione, e con i requisiti di crescita e internazionalizzazione delle Imprese.

La situazione è però assai complessa. Relativamente all’Università è stato sottolineato come i livelli specifici di pre-professionalizzazione siano costituiti sia dalle Lauree (triennali e magistrali) che dalle specializzazioni post-Laurea (Master, Dottorati, corsi di perfezionamento, ecc.), ambiti nei quali non c’è peraltro chiarezza di orizzonti futuri. Le restrizioni nei finanziamenti pubblici costringono a forti limitazioni nel campo della ricerca e della didattica, e l’apertura al mercato avviene ricercando promozioni e patrocinî di Master e Dottorati dalle Imprese, incarichi e commesse di R&D per conto terzi, Aziende che puntano a specifici sviluppi innovativi, partecipazione a bandi di gara italiani ed europei in raggruppamenti temporanei o consorzi, spinoff / startup universitari, ecc. Tuttavia, il vasto mercato dell’economia digitale spesso sacrifica le nuove competenze ai monopoli del mercato stesso.

Sul versante delle Aziende, il distacco tra piccole e medie Imprese (PMI) e le Imprese grandi e medio-grandi sconta la difficoltà di crescita dimensionale e la chiusura pressoché totale del mercato pubblico per le piccole imprese — a causa delle (talvolta o spesso) limitate competenze informatiche e gestionali nel pubblico, bandi di gara sub-ottimi o inadeguati, ecc. Il rapporto tra il mondo delle Imprese e quello Accademico resta limitato e problematico, per via delle ‘diffidenze’ reciproche e difficoltà di raccordo dei rispettivi fini e obiettivi istituzionali. A titolo di esempio, è stato fatto riferimento al progetto ISEC / CReSEC (Centro di Ricerca e sviluppo sull’e-content, www.cresec.com) per l’Incubazione di Sviluppo di nuove professionalità nell’Economia della Conoscenza. Il progetto, avviato nel 2008 con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Comune di Roma per promuovere una collaborazione virtuosa tra Università (Tor Vergata) e Impresa finalizzata alla crescita ed interscambio delle competenze attraverso progetti congiunti di sviluppo, è al momento accantonato in attesa di sviluppi operativi.

Sarebbe pertanto opportuno istituire un Forum strutturato sui temi del rapporto Università-Impresa, preliminare a un importante evento del tipo “Ambrosetti dell’ICT” (“CDTI Innovation day”). Il Forum – una sorta di ‘tavola rotonda’ permanente del Gruppo di Lavoro “Università”, eventualmente allargato ad altre adesioni CDTI ed al mondo Accademico e Istituzionale – dovrebbe occuparsi dei vari temi sottesi nel rapporto tra Università e Aziende — a cominciare dal problema culturale della reciproca scarsa fiducia (se non diffidenza) tra i due mondi, che faticano a riconoscere viceversa la necessità di una reciproca dipendenza e stretta interazione.

Tra i vari problemi sul tappeto c’è quello dei Master, che potrebbero anche rappresentare (tra l’altro) una valida occasione di aggiornamento per i dipendenti delle Aziende, ma che devono fare i conti con non indifferenti difficoltà finanziarie, mancando di sufficienti sponsorizzazioni istituzionali / pubbliche. C’è il problema della carenza di formazione giuridica ed economica nelle facoltà scientifiche, basi formative indispensabili per affrontare il mondo del lavoro. Il problema dell’informatica da insegnare nelle Facoltà / Dipartimenti non informatici (medicina, giurisprudenza, ecc.). Ultimo ma non meno importante, quello della carenza di formazione all’imprenditorialità e delle competenze digitali. Nell’attuale crisi economica e trasformazione dei modelli produttivi / occupazionali nell’economia digitale, la ricerca di occupazione stabile è sempre più difficile, e la creazione di nuovi posti di lavoro passa anche attraverso la necessità che i giovani imparino a costruire e lanciare proprie iniziative imprenditoriali / startup, a partire dalla formazione accademica all’imprenditorialità e alle competenze digitali.

Tali temi sono attualmente poco considerati a livello di corsi di laurea, mentre è realisticamente interesse di molti studenti universitari (indipendentemente dai Dipartimenti) disporre di competenze interdisciplinari di base sugli argomenti citati. Dopodiché, sarebbe importante pensare a come concretamente realizzare incubatori delle nuove professionalità nell’economia della conoscenza.

Considerando pertanto l’importanza di (i) una tavola rotonda “permanente” sul rapporto Università-Impresa che promuova un Forum strutturato sui temi considerati rilevanti, (ii) una analisi strategica delle cause dei ritardi di sviluppo socio-economico del nostro Paese, (iii) un evento di discussione e lobbying istituzionale assimilabile ad un “Ambrosetti dell’ICT” e (iv) un incubatore delle nuove professionalità nell’economia digitale, una base di partenza importante è avere una percezione più chiara di come i nostri consociati vedono il problema.

Qualunque tipo di intervento vogliamo fare, qualunque modalità di lavoro vogliamo perseguire, qualunque obiettivo intendiamo raggiungere, è molto importante poter disporre di una tale percezione. In allegato proponiamo pertanto un breve questionario, onde ‘avere il polso’ della domanda di sviluppo tecnologico in relazione agli obiettivi che ci poniamo e alle procedure e strumenti per raggiungerli. Preghiamo al riguardo i soci di dedicare qualche minuto del loro tempo per compilarlo e restituirlo alla Segreteria CDTI. Nel farlo, mentre ovviamente i Soci non potranno non tenere conto delle loro esperienze e aspettative nel ruolo aziendale / professionale che ricoprono, chiediamo di interpretare anche le loro personali convinzioni, ricordando che CDTI è un’Associazione di persone e non di Aziende.

Il questionario ci aiuterà ad avere una percezione più chiara del modo e dell’intensità con cui i consociati CDTI vedono il problema. Dopodiché, il GdL “Università” – eventualmente allargato ad altre adesioni come sopra detto – avrebbe come obiettivi quanto indicato nel Piano di Azione che segue.

  1. Coordinare un “Libro Bianco” sulla situazione, ritardi, opportunità, … del nostro Paese in tema di innovazione, sviluppo economico e creazione di nuova occupazione – una sorta di “SWOT analysis” del Paese. Esso dovrebbe cercare di identificare le carenze e spazi di miglioramento sui versanti interessanti (Formazione, Ricerca, Innovazione, Impresa, Istituzioni, …) e le policy da implementare allo scopo di gettare le basi per una “Silicon Valley” italiana – ‘il nuovo Rinascimento’.
  2. Organizzare – eventualmente con cadenza periodica – un evento di rilevanza istituzionale assimilabile ad un “Ambrosetti dell’ICT” (“CDTI Innovation day”), nel quale dibattere i temi evidenziati con Istituzioni ed esperti del settore – nazionali ed internazionali.
  3. Utilizzare le risultanze del “Libro Bianco” e “CDTI Innovation day” per un’azione di lobbying istituzionale verso Parlamento, Associazioni Industriali, Istituzioni e stakeholder vari, con l’obiettivo di impiegare tutti i canali di pressione della galassia CDTI per un’azione di influenzamento delle Istituzioni tesa a porre le basi per costruire ‘il nuovo Rinascimento’ Italiano.
  4. Valutare la realizzazione di una “CDTI Academy”, con i soci interessati a contribuire – a titolo personale, come prevede il Club – con le loro competenze e disponibilità di tempo a programmi congiunti con gli Atenei e Centri di Formazione e Ricerca interessati – eventualmente ricercando fonti di finanziamento e remunerazione (anche parziale) degli sforzi profusi (V. punto successivo).
  5. Valutare la possibilità e l’opportunità che la “CDTI Academy” – ovvero gruppi di soci interessati a titolo personale – partecipi a studi e programmi di ricerca finanziati (MIUR, Horizon 2020, MiSE, Fondi Regionali, …) su temi specifici di interesse del Club – sostanzialmente su argomenti e linee di ricerca ‘ICT-driven’, in settori merceologici con utilizzo di strumenti o piattaforme ICT.
  6. Eventualmente, in collaborazione con il GdL CDTI “Startup & Investitori”, valutare la possibilità e l’opportunità che la “CDTI Academy” – ovvero gruppi di soci interessati a titolo personale – possa assistere professori e studenti di Atenei e Centri di Formazione e Ricerca interessati nella messa a punto strategico-operativa di programmi, progetti, iniziative e startup  — coaching, mentoring, interim management, …
  7. Infine, valutare la possibilità che le realtà / Aziende di appartenenza di taluni soci investano risorse in programmi accademici specifici di interesse congiunto, tesi a realizzare innovazioni industriali agevolate dai rapporti con l’Accademia – trasferimento tecnologico / open innovation.

Rendendoci perfettamente conto degli obiettivi molto sfidanti del Libro Bianco, da produrre nei limiti delle nostre forze e possibilità di impegno volontario in un tempo necessariamente (ma ragionevolmente) ristretto, penseremmo di definire un perimetro specifico entro il quale realisticamente poter produrre qualcosa di significativo — i “capitoli” da considerare nell’indice del Libro Bianco. Anche su questo punto chiediamo ai soci di indicarci gli argomenti che ritengono da affrontare prioritariamente.

Riteniamo peraltro che l’estremamente significativo patrimonio di professionalità e competenze accumulate dai nostri associati possa e debba essere utilizzato al servizio di un “nuovo Rinascimento” del Paese, sforzandosi di chiarire – e per quanto possibile contribuire a risolvere – le lacune, ritardi, problemi organizzativi, … alla base dell’attuale situazione di crisi e sfiducia della nostra Economia. In tal modo gli associati CDTI contribuirebbero a gettare le basi per un processo di rinnovamento culturale, sociale ed economico che porti giovamento alla nostra Società nel suo complesso – valorizzazione dei giovani talenti (evitandone la diaspora, costosissima in termini sociali ed economici), progresso sociale ed economico, sviluppo delle nostre Aziende e miglioramento della qualità della vita per tutti noi.

Fulvio Ananasso

 

 

 


GRUPPO DI LAVORO “UNIVERSITA’”

Sondaggio tra gli Associati

 

Nome e Cognome dell’Associato:  …………………………………………………………………

 

SEZIONE 1 – L’innovazione in atto o attesa e la risposta delle Università

  1. – Osservando gli ultimi neo assunti usciti dall’Università, li trovo:

  • Adeguatamente competenti e abili per i ruoli da ricoprire nell’Azienda / Ente

  • Con una buona preparazione su metodo e competenze “base”, ma da formare su alcune competenze specialistiche – ad esempio: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • Particolarmente carenti riguardo (è ammessa risposta multipla):

    • Nozioni fondamentali di economia e organizzazione aziendale

    • Nozioni fondamentali legali e/o normative

    • Preparazione linguistica

    • Conoscenza minima del mercato attuale ICT

    • Altro: ………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………….……….

  1. – Sviluppi (nella produzione e/o nei servizi ICT) ad alto contenuto innovativo che ritengo siano già oggi o saranno decisivi nei prossimi anni:

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  1. – Per affrontare con successo gli sviluppi di cui sopra, considero fondamentale disporre delle seguenti figure professionali:

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  1. – Ritengo che le capacità del mondo universitario italiano nel formare tali professionalità siano:

  • Adeguate

  • Parzialmente adeguate:

    • Quantitativamente: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

    • Qualitativamente: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • Del tutto inadeguate, perché:  .………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  1. – Ritengo che in Italia la collaborazione tra Imprese e Università per cercare assieme azioni migliorative del quadro di cui sopra sia:

  • Possibile e perfettibile

  • Impossibile o molto difficile, perché:  .……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

SEZIONE 2 – Il possibile ruolo di CDTI nella relazione Imprese-Università di cui sopra

  1.  

    1. – Valuto che il ruolo che può giocare CDTI per promuovere “buone pratiche” finalizzate a migliorare l’offerta universitaria e/o facilitare l’indirizzamento della domanda aziendale, possa essere:

  • Significativo, tramite (è ammessa risposta multipla):

    • La pubblicazione di un “Libro Bianco” che illustri lo stato dell’arte (domanda, offerta, criticità, potenzialità, ecc.) e proponga azioni migliorative

    • La discussione costruttiva con le Università sulla loro Offerta Formativa

    • L’azione di facilitazione ad impiantare progetti condivisi Università / Imprese ad alto contenuto innovativo

    • Il rafforzamento dei meccanismi di recruitment, in parte già esistenti

    • L’organizzazione di eventi di formazione reciproca: nelle Università sul “mondo reale” delle esigenze di mercato delle Imprese, nelle Imprese sulle nuove frontiere tecnologiche allo studio nel mondo Accademico

    • Altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • Poco significativo, in quanto: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • Del tutto ininfluente

  1. – Relativamente al “Libro Bianco”, suggerisco di concentraci prioritariamente sui seguenti argomenti / capitoli:

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  • ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

  1. – Avendo preso visione del Piano di Azione proposto (pagg.2 e 3), sono personalmente disponibile alla partecipazione attiva al GdL “Università” in uno o più dei sette punti:

  • SI, in particolare ad un incontro per approfondire le mie esperienze e attese sui temi trattati

  • SI, in particolare relativamente ai punti ……..……………………………………………….

  • NO