Articolo tratto da IL MATTINO: Metaverso e nuove generazioni, cosa aspettarsi dalle tecnologie del futuro (ilmattino.it)
di CLARA LACORTE
Metaverso, presto un quinto degli utilizzatori di internet sarà parte di questa fruizione
Sempre più spesso ci capita di sentir parlare di Metaverso, un universo digitale in cui le differenze con la realtà si fanno sempre più labili e sottili fino a dare vita ad un mondo alternativo in cui è possibile agire esattamente come ognuno di noi farebbe quotidianamente. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso l’emancipazione digitale in cui vi è la stretta convergenza tra ubiquitous computing, ovvero la possibilità di avere dispositivi sempre più veloci e potenti, e il cloud computing, cioè l’accesso a diversi dati in un tempo infinito.
Oggi il Metaverso si presenta come la nuova frontiera del mondo digitale, capace di riorganizzare la vita dell’uomo con il semplice utilizzo di occhiali VR, chiave di accesso per il mondo virtuale e tridimensionale.
La possibilità, grazie ai visori, di immergersi in una realtà aumentata rappresentano il vero salto in avanti proposto dal Metaverso grazie al quale sarà possibile in futuro fare riunioni di lavoro, partecipare a concerti, mostre d’arte e lezioni universitarie con la creazione di un avatar personalizzato capace di interagire con altri utenti. L’avatar, dunque, si presenta come una estensione di noi stessi, un prolungamento dell’agire umano sul piano virtuale e soprattutto globale.
Diverse aziende oggi, prima fra tutte Facebook di Mark Zuckerberg il quale ha recentemente cambiato il nome in Meta, stanno scommettendo sulle potenzialità di un mondo virtuale e sulla nuova frontiera tech, ricca di opportunità mai sperimentate prima d’ora. Una grande rivoluzione che parte dall’idea di semplificare il futuro e le comunicazioni continuando a mantenere il contatto diretto con le attività di tutti i giorni.
Ma quando si è parlato per la prima volta di Metaverso?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo necessariamente fare un piccolo passo indietro al 1992, quando lo scrittore futurista americano Neal Stephenson nel suo libro Snow Crash racconta l’America degli anni Duemila in cui il governo, rimpiazzato da corporazioni private, rende la vita degli abitanti talmente insopportabile da portare gli stessi a costruire una realtà alternativa in cui fuggire. Stephenson narra di uno spazio tridimensionale, virtuale nel quale tutte le attività dell’uomo vengono letteralmente trasportate. La letteratura fantascientifica aveva, quindi, già dato un assaggio di quello che sarebbe poi diventato il concetto base di Metaverso.
Il professore presso l’Università degli studi Internazionali di Roma (Unint) e delegato della regione Lazio CIO Club Italia, Gianluca Duretto spiega «Il Metaverso per i giovani è l’evoluzione dei social, TikTok, Instagram e soprattutto Facebook. È la possibilità di entrare in una realtà tridimensionale, di interagire non soltanto con le emoticons ed i like ma anche l’opportunità di interagire in uno spazio nuovo ascoltando musica, seguendo una lezione, comprando articoli o vedendo una partita di calcio. Ciò che è importante ricordare è che il Metaverso si presenta come un’estensione di internet. Molti osservatori del mercato affermano che presto un quinto degli utilizzatori di internet sarà completamente in questa fruizione tridimensionale».
L’interazione, dunque, rimane un principio fondamentale nel Metaverso grazie all’utilizzo di un casco o dei visori i quali permettono di interagire in uno spazio tridimensionale avanzato. Le opportunità offerte dal Metaverso sono davvero tante, sia dal punto di vista lavorativo che interattivo. Infatti, essendo il Metaverso costituito dall’interconnessione di diversi mondi virtuali, la possibilità di una fruizione che tocca diversi ambiti partendo dal settore del business fino ad arrivare all’entertainment, è davvero molto ampio.
Ma i lati, per così dire, oscuri del Metaverso si estendono oltre che alla componente più pratica come truffe, falsificazioni e furti di dati relativi alla privacy, anche all’aspetto più psicologico. Non bisogna escludere, infatti, nel momento in cui si parla di Metaverso le conseguenze di un mondo pensato per essere sì realistico ma non del tutto reale. La difficoltà, soprattutto per i giovani, potrebbe essere quella di non sentire più l’esigenza di affrontare il mondo vero e concreto e di chiudersi, di conseguenza, nel mondo tridimensionale in quanto avvertito come più sicuro e confortante. Quindi, quando e dove useremo il Metaverso? «Useremo il Metaverso come Internet, lo useremo per seguire un corso in luoghi tridimensionali in cui interagire. E ancora potremo usare il Metaverso per seguire eventi, partite, concerti ma soprattutto per acquistare in un ambiente non più piatto ma tridimensionale indossando, per esempio, un abito sul nostro stesso avatar. Lo useremo esattamente negli stessi posti e modi in cui usiamo Internet» conclude il professore Gianluca Duretto.
Un mondo quello del Metaverso che ci dice tanto rispetto ai prossimi passi che compirà la tecnologia, fornendo la possibilità agli utenti di utilizzare Internet e il cosiddetto web 3 come una vera e propria estensione del corpo.